Il tuo immobile ha un valore catastale, che non è altro che il valore fiscale di un immobile, quell’unità numerica che ti consente di calcolare le sue imposte come, per esempio, le imposte ipotecarie, catastali, di registro o di successione. Quindi non stiamo parlando del valore di mercato dell’immobile, che riguarda invece il valore effettivo sul mercato che ha la casa nel momento in cui sei intenzionato a venderla o acquistarla. In questo caso gli elementi che determinano il valore di mercato del tuo immobile sono altri: la superficie commerciale, la quotazione al metro quadro e i coefficienti di merito.
Tieni conto anche del fatto che il valore catastale cambia in base alla casa a cui si riferisce: sarà diverso a seconda che si tratti di abitazione principale, quindi di prima casa, o di altri immobili.
Per calcolare il valore catastale della casa che vorresti vendere o comprare ti sarà utile la rendita catastale: il calcolo di essa ti permette di ottenere il valore di reddito che l’Agenzia delle Entrate gli attribuisce. Per determinarla ti servono queste due informazioni: l’estimo e le dimensioni dell’immobile.
Variazione rendita catastale e IMU, quanto la prima influisce sulla seconda? Il valore catastale serve ai fini IMU, che è l’imposta municipale sugli immobili, poiché il valore catastale è la base imponibile per il suo calcolo. Sapere quale può essere la nuova rendita catastale dell’immobile di tuo interesse ti aiuta quindi a comprendere la base fiscale sulla quale saranno calcolate le imposte sulla proprietà, l’imposta di registro e quella sui redditi, come IMU e IRPEF.
In Italia, per poter stabilirne la rendita dei fabbricati e di tutte le costruzioni e per la loro iscrizione nel Catasto Edilizio urbano, è necessario fare un accertamento generale. La normativa di riferimento (importante soprattutto per la variazione catastale) è il Regio Decreto-Legge n. 652 del 13 aprile 1939: “Accertamento generale dei fabbricati urbani, rivalutazione del relativo reddito e formazione del nuovo catasto edilizio urbano.” Sotto la lente ecco due articoli di questo decreto da tenere sempre presenti:
Chi può e deve fare la denuncia di variazione catastale? Ecco quali sono i soggetti obbligati a presentare le variazioni, così come previsto dall’art. 3 del RDL n. 652/1939:
Variazione catastale, come si fa?
Per richiedere la variazione catastale, ti basta presentare la richiesta di modifica presso gli uffici del Catasto o tramite il sito dell’Agenzia delle Entrate.
Variazione catastale e DOCFA, cosa vuol dire? Variazione catastale, i tempi?
La procedura informatica con cui presenti la domanda di variazione catastale è la DOCFA. La variazione puoi richiederla entro 30 giorni dalla conclusione dei lavori del tuo immobile. A procedura conclusa, l’ufficio di competenza a cui ti sei rivolto, ti fornisce, entro 7 giorni, la nuova planimetria dell’immobile.
La planimetria catastale è una rappresentazione tecnica dell’immobile, in scala 1:200, da cui è possibile recuperare la destinazione dei locali interni, i dati metrici e la relativa suddivisione.
Avere una planimetria catastale conforme vuol dire essere in regola e poter procedere con la vendita o l'acquisto dell’immobile. La planimetria catastale è la dichiarazione che attesta che lo stato dei luoghi corrisponde alla planimetria presente in Catasto. Questo documento consente di verificare, cioè, che esiste una corrispondenza tra lo stato di fatto dell’unità immobiliare e le informazioni tenute dal Catasto. Considera che se dovesse esserci un’inadempienza o falsità nella dichiarazione, la sanzione prevista comporterebbe la nullità dell'atto.
Oltre alla planimetria catastale occorre un altro documento per procedere con la variazione catastale: la visura catastale.
La visura catastale è il documento che contiene:
Variazione catastale, quando serve?
La variazione della planimetria catastale è fondamentalmente obbligatoria quando vengono fatte all’immobile delle modifiche che comportano una variazione della rendita catastale.
La variazione è obbligatoria quando ti trovi davanti a:
La variazione non è obbligatoria, quindi, quando realizzi lavori sull’immobile che non apportano modifiche catastali significative e che non richiedono una variazione della rendita catastale. Solo in questo caso non dovrai presentare nessuna domanda al Catasto, ma ti basterà allegare al rogito notarile, nel momento in cui vendi questo immobile, un’attestazione di conformità dell’immobile. Se invece sei l’acquirente fai richiesta di questa documentazione.
Il costo medio per una variazione catastale è di circa 50 euro. Questa cifra non include chiaramente il compenso del tecnico abilitato, che potrebbe richiedere diverse centinaia di euro.
Non dimenticarti di presentare la variazione catastale nei tempi previsti dalla normativa, se non vuoi incorrere nelle sanzioni, le quali variano in base ai giorni di ritardo cumulato:
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